giovedì 1 ottobre 2009

coco chanel




Seconda figlia di Albert Chanel, venditore ambulante, e Jeanne Devolle, trascorre un'infanzia molto umile e difficile, dopo che, morta la madre di tisi, il padre è costretto ad emigrare per cercare di mantenere i sei figli. A dodici anni Gabrielle viene perciò affidata con la sorella Julie ad un orfanotrofio di suore ad Aubazine.

A diciotto entra come convittrice nel collegio Notre-Dame, a Moulins, dove impara a cucire. Gabrielle Chanel inizia il suo percorso sul palcoscenico del cafè Moulins La Rotonde come cantante, o meglio come poseuse, un'intrattenitrice che canta durente la pause dello spettacolo. Fu in questo ambiente che si creò un nome portafortuna: "Coco" [1].

Trova quindi impiego in paese come commessa in un negozio di stoffe, la Maison Grampayre. A venticinque anni conosce un uomo molto influente, che le cambierà la vita, erede di una dinastia di industrie tessili, il barone Étienne Balsan, e gli si lega sentimentalmente. Si trasferisce presso la sua tenuta, dove Balsan alleva cavalli, e diventa ben presto un'amazzone provetta. La sagace Chanel intuisce l'opportunità di mettere a frutto le doti pratiche e creative cui col frequentare il bel mondo nel quale l'ha introdotta Balsan. Le chiedono di continuo dove acquista i suoi deliziosi cappellini. "Coco" fa il tentativo di trasformare in attività di modista quella delle ammirate creazioni fino ad allora limitate all'uso personale.

Muove così i primi passi nell'ambiente della moda come disegnatrice di cappelli nel 1908, rivelando un talento speciale nel prevedere e anticipare i desideri ed il gusto delle donne del suo tempo.

Apre il suo primo negozio a Deauville nel 1913, ed un salone di moda a Biarritz, nel 1915, iniziando anche alcune collaborazioni con i sarti parigini più affermati in quegli anni. La fama di Gabrielle cresce rapidamente, grazie al suo stile che esalta una donna dinamica e priva di etichette, e culmina con l'apertura di un negozio in Rue Cambon 31 a Parigi.

Nel 1921 si lanciò nel mercato della profumeria. Convinta che i tradizionali profumi a base di fiori e muschio non avessero futuro, commissionò al chimico Ernest Beaux una fragranza sintetica (aldeidi, zuccheri fermentati). Il chimico ne preparò un'intera serie e la sottopose all'esame della stilista. Le bottigliette erano numerate, da 1 a 5 e da 20 a 24. Coco ne scelse due e alla fine rimase soltanto la 5. Non le cambiò neanche il nome: uno choc in un'epoca in cui le fragranze avevano nomi molto immaginifici e fantasiosi. Ma era uno choc ancora maggiore la confezione: un parallelepipedo rettangolo di cristallo trasparente. «Chanel numéro 5» divenne il profumo più venduto nel mondo.
Coco creò altri profumi come Cuir de Russie, Gardenia ed il n° 22. La sua linea di accessori, comprendente scarpe, gioielli, borse, sciarpe e cinture, viene completata nel 1929. Particolare importanza assumono le bigiotterie, anche piuttosto vistose, indossate per contrasto su abiti dalla linea pura e minimalista. Il suo atelier in rue de Cambon 31 era diventato una tappa irrinunciabile per tutte le signore di gran moda.
Afflitta anche dalle tendenze pubblicizzate dalla stampa - che mostrava di preferire al suo il look eccentrico dell'eterna rivale, Elsa Schiaparelli - Chanel chiuse la sua maison nel 1939, licenziando tutti i dipendenti e rifugiandosi a Vichy, per assistere impotente .- nel 1947 - al trionfo del New Look promosso da Christian Dior.

Quando venne informata che le vendite del suo profumo calavano drasticamente (nonostante le dichiarazioni di Marilyn Monroe che confessava di "andare a letto vestita solo di due gocce di Chanel n°5") Gabrielle - ormai settantenne - decise di rimettersi in gioco, presentando il 5 febbraio 1954, in Rue Cambon 31, una nuova collezione improntata palesemente sullo stile degli anni venti.

La stampa la demolì, definendo la sue creazioni un clamoroso fiasco: in realtà, i cronisti di moda non capirono di aver visto il futuro, scambiandolo per il passato. Gli anni sessanta avrebbero continuato a richiamare, sotto diversi aspetti, gli anni venti ma, nel 1954, solo Gabrielle-Coco Chanel ne poteva essere pienamente consapevole. Tuttavia, anche grazie al sostegno della stampa americana, la stilista tornò sulla cresta dell'onda nel giro di appena due stagioni, creando quello che resta il suo intramontabile capolavoro: il "tailleur".

Gabrielle muore a 88 anni, una domenica, nella sua suite all'Hôtel Ritz di Parigi.

Da allora la Maison è stata guidata, nelle vesti di direttore artistico, da Karl Lagerfeld.


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